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Attività formative

Il Ministro Calderone ha presentato le linee programmatiche 2023.

In data 13 dicembre 2022 il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, Marina Elvira Calderone, ha illustrato le linee programmatiche del suo Dicastero presso la Commissione Affari sociali del Senato, previste per il 2023.

Gli interventi previsti, così come il campo di azione del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, sono molto ampi.

Tra i primi obiettivi illustrati dal Ministro Calderone, si ha riguardo alle azioni in materia di semplificazione; tema importante che deve essere declinato in un sistema di rispetto delle regole e dei diritti con riguardo alla necessità di rendere il mondo del lavoro più semplice per coloro i quali sono chiamati ad operare quotidianamente (imprese e lavoratori).

L’intenzione è quella di intervenire fin da subito sulla semplificazione della contrattualistica in materia di rapporti di lavoro, sulla trasparenza delle condizioni di lavoro e, quindi, di operare una modifica delle disposizioni del D. Lgs. n. 104/2022, che ha recepito la Direttiva Europea 2019/1152 in materia di “trasparenza” con un aggravio degli adempimenti relativi alle informazioni da fornire al lavoratore in sede di assunzione.

Secondo il Ministro, questa non è l'unica azione necessaria in materia di semplificazione. L’intenzione è infatti quella di intervenire anche sull’uso di piattaforme digitali in possesso dell Pubblica Amministrazione, favorendo l’interoperabilità e la precompilazione dei dati e di operare una razionalizzazione delle agevolazioni all’assunzione. Nell’ambito di tali procedure di semplificazione, appare inoltre necessario e prioritario snellire il dialogo tra cittadino e pubblica amministrazione e rendere tale rapporto sempre più semplice ed accessibile.Non è opportuno, infatti, che la Pubblica Amministrazione richieda al cittadino le informazioni che già detiene.

In materia di Politiche attive e lotta alla povertà, il Dicastero intende incentivare, all’interno del PNRR, tutte quelle forme di sinergia tra pubblico e privato utili a sviluppare un sistema di politiche formative di qualità. L’intenzione è quella di favorire il consolidamento di una rete virtuosa di collaborazione fra soggetti pubblici e privati in materia di formazione professionale, upskilling e reskilling. A tal fine si intende operare un rafforzamento degli incentivi per la formazione interna in azienda e favorire la creazione di poli di eccellenza territoriali con la collaborazione integrata dei centri per l'impiego, delle aziende, delle imprese, della filiera produttiva, commerciale di servizio nonché mediante le agenzie private per il lavoro.

Tra le linee programmatiche si annovera anche l'impletamentazione del sistema di certificazione delle competenze al fine di raggiungere gli obiettivi previsti nel Programma GOL, ovvero di coinvolgere almeno 3 milioni di persone entro il 2025 nei percorsi di qualificazione e riqualificazione. A tal fine viene ritenuto necessario per i lavoratori acquisire nuove competenze specifiche e digitali, su cui investire aggiornando i programmi di istruzione, formazione scolastica e professionale nonché attuando misure volte a contrastare le difficoltà nel coniugare la domanda e l'offerta di competenze.

Altro tema affrontato è il rilancio del sistema duale e il rafforzamento dell’utilizzo del contratto di apprendistato, che dovrebbe garantire l'accesso dei giovani al mondo del lavoro attraverso la valorizzazione dell'apprendimento ma che, dalla disamina dei dati ad oggi posseduti, non appare opportunamente valorizzato.

Proseguendo sul tema, il Ministro richiama la necessità di porre l’attenzione alla specifica richiesta di professionalità proveniente dal sistema produttivo e di giungere quanto prima all’introduzione del fascicolo elettronico del lavoratore.

Il Ministro ha poi illustrato la necessità di operare un riordino dei servizi per il lavoro, così come attualmente delineati dal D. Lgs. n. 150/2015, operando una rivisitazione dei livelli essenziali delle prestazioni, come già previsto nel PNRR, tenendo conto della transizione digitale e con particolare riferimento al coinvolgimento dei target più fragili e svantaggiati.

Il Ministero intende inoltre aggiornare le linee di indirizzo triennali e gli obiettivi annuali delle azioni in materia di politiche attive con particolare riguardo alla riduzione della durata media della disoccupazione e dell’efficacia dei meccanismi di incontro tra domanda e offerta di lavoro. Tema strategico appare altresì quello della inclusione e coesione sociale per favorire l'occupazione femminile e giovanile.

Un annoso capitolo delle linee programmatiche riguarda la riforma del Reddito di Cittadinanza, come noto contenuto nella legge finanziaria, che prevede una differenziazione legata alla ridefinizione della platea dei soggetti percettori di tale Reddito. Viene dal Ministro precisato che non si intende sottrarre tutele a coloro i quali non sono nelle condizioni di poter lavorare. La dignità del lavoro, infatti, viene prevista come condizione fondamentale per ciascun cittadino. Il 2023 dovrà prevedere uno strumento, da un lato, a sostegno della povertà e, dall'altro, per l'inclusione lavorativa mediante il coinvolgimento dei comuni e delle realtà territoriali.

L’Obiettivo complessivo è quello di creare un mercato del lavoro che sia inclusivo e soprattutto nel quale siano rispettati i diritti delle persone, dei lavoratori, le discipline dei contratti collettivi e di tutte le norme che alimentano un circuito virtuoso nel mondo del lavoro.

Sono previste altresì azioni importanti anche in materia di sicurezza sul lavoro con l’avvio, a partire da gennaio, di un tavolo nel quale saranno coinvolte anche le parti sociali. Parallelamente, il Ministro annuncia un riordino complessivo della materia pensionistica, con l'apertura del confronto con sindacati e associazioni datoriali.

Il Ministero porrà, infine, grande attenzione al contrasto del lavoro sommerso, del caporalato e degli appalti di servizio illeciti. Verrà garantita la vigilanza sull'attività ispettiva, anche per verificare la conformità della percezione degli strumenti di integrazione al reddito, oltre che un sostegno al lavoro autonomo.

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