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Il mercato del lavoro 4.0: Le Soft Skills

Roberta Anzalone tondo

Il veloce ed inarrestabile avanzamento tecnologico e la crescente digitalizzazione dell'economia comportano l’obsolescenza delle conoscenze tradizionali e la nascita di nuove opportunità di lavoro, per lo più sotto forma di lavoro autonomo, sfumando sempre più i confini tra datore di lavoro e lavoratore dipendente.

L'emergere delle nuove piattaforme digitali e dell'automazione richiedono sempre più ai lavoratori del mercato del lavoro 4.0 la padronanza di nuove competenze trasversali e il rafforzamento delle abilità sociali, gestionali e comunicative.

 

Con l'avvento della società della conoscenza, dell'industrializzazione e del mercato globale si è imposta in ambito lavorativo ed imprenditoriale la diffusione di standard professionali sempre più elevati, raffinati ed in continua evoluzione.

A tal proposito, con il termine “soft skills” o “competenze trasversali" ci si riferisce all'insieme di qualità e competenze personali non legate ad uno specifico settore o lavoro, ma che rappresentano un contributo fondamentale e determinante per il miglioramento dell'immagine aziendale e per la crescita delle imprese e dell'occupabilità. Si tratta delle capacità relazionali e comportamentali che caratterizzano il modo in cui ciascuno si pone nel contesto lavorativo come l'attitudine alla leadership, il problem solving, il teamwork, la capacità di analisi e sintesi, la capacità di iniziativa e pianificazione, la flessibilità, la capacità di innovazione, la tolleranza allo stress e la gestione del tempo.

 

Le Soft Skills sono competenze complementari alle Hard Skills, ossia quelle capacità prettamente specifiche e tecniche relative ad una particolare professione, connesse alle conoscenze acquisite durante un percorso lavorativo o di studio e per questo certificabili e dimostrabili con diplomi, lauree o certificati. Al contrario, le Soft Skills, in quanto essenzialmente intangibili appaiono più difficili da sistematizzare, misurare e sviluppare.

Negli ultimi anni si sono susseguiti numerosi studi sulle nuove abilità richieste dal mercato del lavoro. Tra questi, una ricerca finanziata agli inizi del 2016 dal programma Erasmus Plus dell'Unione Europea ha ricostruito ed analizzato le Soft Skills più richieste nelle fasi di reclutamento, inserimento e sviluppo delle risorse umane, in particolar modo in relazione alle professionalità medio-alte. L'indagine in oggetto è stata condotta in sei diversi paesi (Austria, Francia, Germania, Bulgaria, Italia e Svezia) su un campione casuale eterogeneo di 77 soggetti tra imprenditori ed enti di supporto e intermediazione nella ricerca di lavoro.

Sono state così mappate le 21 principali Soft Skills richieste dal mercato del lavoro globale:

  • Identificare obiettivi di lavoro

  • Imparare ad imparare

  • Adattabilità e flessibilità

  • Motivazione

  • Riconoscere e applicare regole e valori sul lavoro

  • Rispettare regole e livelli gerarchici

  • Gestire responsabilità

  • Gestire il tempo

  • Gestire il processo digitale

  • Abilità comunicative

  • Gestire il processo di comunicazione

  • Autocontrollo e integrità

  • Lavorare in gruppo

  • Orientamento al servizio

  • Leadership

  • Gestire i conflitti

  • Consapevolezza interculturale

  • Prendere decisioni

  • Risolvere problemi

  • Creatività e innovazione

  • Pensiero critico

Dalla ricerca è inoltre emerso come un grandissimo numero di datori di lavoro in Europa affermi di non riuscire a reperire persone con le giuste competenze per favorire la crescita e l'innovazione della propria azienda. La carenza di questo tipo di competenze intangibili e trasversali ostacola lo sviluppo dell'economia ed è particolarmente sofferta dalle PMI, per le quali risulta sempre più difficoltoso modernizzare e riqualificare la propria organizzazione.

Per far fronte a tale emergenza è necessario che siano avviati a più livelli percorsi formativi finalizzati a sviluppare un ampio bacino di “talenti soft” e garantire che i singoli individui e la forza lavoro siano dotati di competenze adeguate alle nuove e stringenti esigenze poste dal nuovo mercato del lavoro 4.0. Appare quindi prioritario accrescere la qualità della formazione, rendere le competenze trasversali qualificabili e certificabili e favorire la continua analisi del fabbisogno formativo nei nuovi settori economici caratterizzati da carenza di personale qualificato. A tal fine è necessario che i percorsi formativi che abbiano ad oggetto il miglioramento delle Soft Skills dei lavoratori possano essere convalidati e possano avere un riconoscimento ufficiale parimenti ai percorsi finalizzati al potenziamento delle Hard Skills, in modo da rendere anche le capacità intangibili pienamente spendibili sul mercato del lavoro.

Occorre inoltre migliorare la qualità delle competenze adottando il metodo dell'educazione permanente, o lifelong learning, facendo sì che le persone possano accedere a percorsi formativi di qualità sin dalla prima assunzione e durante tutto l'arco della vita, adeguandosi alle esigenze in continua evoluzione del mercato del lavoro. La formazione non può più essere esclusivamente indirizzata a creare ambienti di lavoro sicuri ma deve favorire l’inserimento e il reinserimento occupazionale degli individui e la continua innovazione e crescita delle competenze dei lavoratori.

Per essere efficace, questo processo deve coinvolgere sia le imprese che tutto il sistema della formazione professionale, gli attori economici locali e regionali, le parti sociali e i servizi per l'impiego.

Valorizzare le risorse umane tramite il costante adeguamento delle competenze, sia Hard che Soft, diventa un potentissimo strumento strategico per le imprese che vogliono espandere la propria attività imprenditoriale ed il proprio valore. Lavorare sui tratti caratteriali, sull'intelligenza emotiva e sulle capacità relazionali dei propri collaboratori rappresenta per l'azienda un elemento di primario interesse e garantisce un ritorno senza pari in termini di immagine e competitività aziendale.

In questa delicata fase storica ed economica il Centro Studi InContra si propone quindi come pioniere di un nuovo e più completo sistema di formazione, nella consapevolezza che al centro del mercato del lavoro dovrà esserci un lavoratore altamente qualificato, multitasking, flessibile, attento ai cambiamenti, motivato ed in costante stato di transizione ed aggiornamento professionale.

Roberta Anzalone

Consulente del Lavoro

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