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Valorizzare il ruolo economico e sociale delle donne

Il Centro Studi InContra è dedito ad attività di studio, approfondimento e sviluppo del welfare aziendale, ponendosi come pioniere di un cambiamento culturale che si incentra su un nuovo modo di fare impresa, riconoscendo l'importanza strategica delle risorse umane.

Le politiche di welfare, infatti, offrono un vantaggio competitivo alle aziende che le applicano in modo virtuoso, facendo leva sui fattori che incidono sullo sviluppo del capitale umano, sul miglioramento del clima organizzativo e del benessere dei dipendenti. Attraverso il welfare integrativo è così possibile conferire una “dimensione sociale” all’assistenza privata.

Fatta questa premessa, riteniamo giusto aprirci a una riflessione sul ruolo del welfare nel favorire il lavoro delle donne. Cogliendo quello che è il senso più profondo del welfare, ossia aiutare a innescare cambiamenti positivi nella società e nell’economia, e valutando la tragica situazione in cui verte l’occupazione femminile in Italia (dopo la Grecia, siamo gli ultimi in Europa per occupazione femminile, con solo il 49% delle donne impiegate in un’attività professionale, una percentuale che scende al 33% nel Meridione), dobbiamo oggi domandarci se è possibile valutare e introdurre le politiche di welfare a partire da un approccio di genere. Questo riguarda sia il welfare pubblico e sia il welfare aziendale.

Il diverso ruolo dell’uomo e della donna nella famiglia, nel lavoro e nella società determina bisogni diversi ai quali occorre dare una risposta proporzionata attraverso, non solo la destinazione della spesa pubblica, ma anche gli strumenti messi a disposizione dall’ambito privato. Il welfare aziendale può infatti divenire un vero e proprio strumento di equità, anche nell’accrescere la presenza femminile nel mondo del lavoro.

Preferiamo, in questo contesto, ricorrere al concetto di “equità” piuttosto che di “parità”, non per rimarcare delle diversità di ruolo, ma per riconoscere che le donne e gli uomini hanno necessità differenti e che tali differenze dovrebbero essere individuate e affrontate in modo tale da ovviare agli squilibri tra i sessi. Questo comprende la promozione di un trattamento equo, ovvero di un trattamento che può essere differente ma che deve necessariamente essere equivalente in termini di diritti, benefici, obblighi e opportunità.

Per questo è oggi importante fare un bilanciamento di genere nelle iniziative di welfare, facendo emergere i bisogni delle donne e divenendo più consapevoli rispetto al gap di genere e alla condizione femminile. In primis, bisogna considerare che sulle donne incombe anche l’impatto indiretto di tutte le politiche rivolte a bambini, anziani o fragili, essendo ancora oggi legate molto più degli uomini ai lavori di cura: secondo i dati Istat, oltre il 70% del lavoro familiare è a carico della donna e il resoconto 2021 dell’Ispettorato nazionale del Lavoro ha evidenziato come il 77% delle dimissioni volontarie di genitori di bambini da 0 a 3 anni riguarda donne per via della difficoltà, per il 97% dei casi, a conciliare lavoro e vita privata. In tal senso la contrattazione Cifa-Confsal, che InContra supporta attraverso attività di studio e ricerca, ha regolamentato a livello nazionale il welfare aziendale che, oltre a dover prevedere specifici beni e servizi per il supporto alla famiglia, introduce un welfare dal valore variabile, in relazione alla composizione del nucleo familiare del dipendente, ossia incrementato per ogni componente della famiglia (anche se non a carico fiscale). È importante specificare che l'importo totale dei servizi di welfare non è riproporzionabile in caso di rapporto di lavoro a tempo parziale, considerando che la necessità di occuparsi di un bambino e/o di un adulto non autosufficiente è una delle principali ragioni per la quale si lavora part-time ed è anche una delle situazioni in cui il welfare può dare un maggiore supporto.

InContra, offrendo un servizio di consulenza e assistenza per l’adozione di un piano di welfare aziendale, può guidare l’impresa verso l’introduzione e la costruzione di soluzioni condivise e personalizzate, dirette anche ad appianare le differenze di genere. Questo è possibile con l’introduzione di beni e servizi fondamentali per le donne, come quelli per il sociale, il sostegno alla famiglia, gli asili nido, l’assistenza domiciliare ecc.

In tale ambito Cifa e Confsal sono intervenute anche introducendo, nei propri contratti collettivi, l’obbligo per il datore di lavoro di iscrivere tutti i dipendenti al fondo di assistenza sanitaria integrativa SanARCom, i cui benefici sono estendibili anche all’intero nucleo familiare.

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